HAXA: evasioni cromo-pop con Nicolo’ Pellizzon
"I confini del vento" e' il primo dei quattro atti di Haxa, fantasy a tinte fluo firmato e colorato da Nicolo' Pellizzon per BAO Publishing.
Con Haxa il primo impatto non e’ di certo morbido: Nicolo’ Pellizzon ci va giu’ pesante con la palette dei colori, i contorni sono spessi – come un pennarello nero, marcato cosi’ tanto che si e’ sfrondata la punta.
Proprio come nel precedente Gli Amari Consigli, le immagini sfuggono ogni limite e invadono le tavole in esplosioni di forme e bombardamenti di colori, strabordando con le scritte le luci gli occhi sbarrati le fronde del bosco le palle di fuoco: le pagine sono rigide e reggono la botta cromatica – un vero piacere da sfogliare con le dita – e la copertina perlata mette subito in chiaro che bagliori di vario genere e origine sono parte complementare del pacchetto. Assolutamente POP.
Si, BAO Publishing, con l’impaginazione hai fatto davvero un bel lavoro.
La storia di Haxa ci proietta in un domani vicino, ma completamente stravolto. Qualcosa in meno della distopia apocalittica, dopo che il mondo ha scoperto che la magia esiste da sempre e che non ce n’e’ solo un tipo, ma addirittura due: quella apollinea, equilibrata e un po’ snob dell’ars alchemica, e quella sfrontata, casinista e dionisiaca dell’ars goetia. Se i detentori della prima controllano gli elementi, i degni rappresentanti della seconda fanno passare i draghi rosa (e altre bestiole carine) fra le dimensioni, portandoli fin sulla Terra.
(ovviamente io sto coi secondi, ndr )
Non tutti hanno il dono della magia: se infatti per migliaia e migliaia di anni la storia ha proceduto senza intoppi proprio perche’ i comuni mortali godevano della propria beata ignoranza in materia, ad un certo punto le cose cambiano.
In peggio.
Viene distrutta la torre di Al Hillah – praticamente la cugina della torre di Babele – che aveva permesso sino a quel punto di nascondere l’haxa, ovvero la magia, agli occhi dei profani. I maghi dell’una e dell’altra fazione litigano di brutto e abbandonano la copertura. La popolazione mondiale si ritrova, terrorizzata, in un mondo che non riconosce e del quale non si fida perche’ l’incolumita’ diventa un concetto flebile. Siamo in Europa, si’, ma e’ un’Europa di domani che resta tale solo nella definizione topografica: il mondo si e’ frastagliato in piccole zone di influenza, dove e’ il piu’ vicino santuario a definire la categoria del nemico. Se sei un elementalista, se sei una goetiana, se sei un semplice umano sfigato: di garantito non c’e’ nulla, nemmeno il fronte amico. E’ in questo panorama caotico e incerto che si incastra ed evolve la vicenda di Sophia, che scopre di avere l’haxa. Ma quale, fra le due artes? Venendo assegnata di default alla categoria dei diversi, Sophia sperimenta l’emarginazione e la scelta sconvolgente fra bene e del male: ma esiste davvero la distinzione? E’ davvero tutto come ci viene raccontato?
Haxa e’ una bella evasione: se infatti l’impatto cromatico e la creativita’ della storia si rivelano apprezzabile innovazione, le tematiche affrontate sono classiche e potenti. Il cambiamento che scuote, l’incognito che fa paura, il diverso che si emargina, il bene e il male che non stanno mai tutti dalla stessa parte, ma ben mixati dentro ognuno di noi: tutto questo e altro si affronta con profondita’ in punta di pennarello, un po’ rapiti dalle immagini da favola nera che ci si imprimono nella retina.
Bel lavoro, Nicolo’!
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Autore: Niccolo’ Pellizzon
Titolo: Haxa 1 – I confini del vento
Editore: Bao Publishing
Prima pubblicazione: settembre 2017