Liguria Analogica
Di borghi liguri con un rullino in bianco e nero
Sapete qual è il problema? È che uno ci prova a parlar d’altro ma poi finisce che ci si ritrova come quando si è innamorati neanche fosse la prima volta, quando si continua a parlare della persona che ha fatto breccia nel proprio cuore che ormai pareva di pietra. Come il fidanzatino nuovo che si vuole tenere tutto per sé per paura che anche altri scoprano quanto sia speciale per poi portarcelo via, la Liguria è così bella che a volte è quasi irritante vedere come sole, mare e montagne compongano la triade perfetta per tre giorni di completo distacco dalla realtà.
Cominciamo dalle passeggiate: in riva al mare, in spiaggia, sui monti. In Liguria si cammina un po’ ovunque e si fanno chilometri senza nemmeno accorgersene perché tanto poi ci sono farinata e focaccia a far dimenticare ogni tipo di fatica. Partendo da Laigueglia si arriva ad Alassio e partendo da Noli si potrebbe arrivare a Spotorno: due passi si trasformano in piccole maratone vista onde, su e giù per colline, con il vento che ti spettina e il blu del cielo e del mare che fanno la lotta a chi brilla di più.
E il camminare, in realtà, si trasforma spesso in girovagare, fuori e dentro il tempo. Perché i borghi liguri sono soprattutto viaggi nel passato: da Cervo a Bussana Vecchia fino a Porto Maurizio – Il Parasio e ancora Noli. Sono torri sul mare, vicoli stretti che finiscono a strapiombo sul mare, sono case dalle porte piccole circondate da vasi di fiori, sono bellezze di ieri che sono più stupende di qualsiasi sorpresa possa riservare il domani. Sono realtà che si nascondono, forse un poco timide, che si raggiungono in macchina litigando con il navigatore ma che quando si mostrano sono meraviglie.
Bussana Vecchia, forse, è il borgo più particolare perché dalla storia decisamente speciale. Colpita da un terremoto nel 1887, la frazione di Sanremo è stata per decenni abbandonata fin quando sul finire degli anni Cinquanta del Novecento alcuni artisti italiani e stranieri hanno scelto queste rovine per dar vita a un villaggio di artisti dai contorni medievali, un luogo che si raggiunge arrampicandosi (quasi letteralmente) sul pendio del colle e che da lontano, su un piccolo cocuzzolo, ammira i selvaggi boschi alle sue spalle.
La realtà è che tutti questi borghi hanno un qualcosa di speciale. Cervo, il piccolo comune in provincia di Imperia, ha dei vicoli così stretti che giocano a intrecciarsi fra loro fino ad arrivare alla piccola piazzetta davanti alla chiesa dei corallini, quasi a strapiombo sul mare azzurro. Noli, un poco più grande, ha il centro in riva al mare e un castello sulla cima della collina al suo fianco a fare da guardia a focacce, farinate e biscotterie. Porto Maurizio, e in particolare Il Parasio, invece, hanno la stessa passione per i vicoli di Cervo, seppur più grandi e più spaziosi, ma anche un infinito amore per le scalinate e le case circondate da vasi con piante grasse di ogni tipo.
E che dire poi delle spiagge? Dimenticate le distese irlandesi, la spiaggia qui è un continuo ritrovarsi sassolini dentro la scarpa, è l’ombra chiara che si continua a intravedere sotto l’acqua cristallina che nonostante il freddo ti chiama per fare un piccolo tuffo. La Liguria analogica, con tutti questi colori, regala contrasti nero – bianchi che vivono di altri tempi, proprio come i suoi luoghi. Lontana dalla frenesia, è una regione in cui bastano poche manciate di minuti in auto per perdersi nel verde delle colline o nel blu delle onde sotto un cielo che continua a giocare con nuvole e sole. È un passato che continua a vivere nel presente, un rullino in bianco e nero che racconta storie di una regione in cui il vento non si stancherà mai di accarezzarti il viso tanto che vorresti restare lì, ancora per un poco, a vedere il mare infrangersi contro gli scogli.
P.S. Questi scatti sono il risultato dello sviluppo di un rullino di un’analogica degli anni Ottanta che non aveva più voglia di starsene chiusa in un cassetto.