Häxan, la stregoneria attraverso i secoli

Häxan, la stregoneria attraverso i secoli

Una delle figure più notevoli e fascinose del cinema muto, il cui lavoro resta ancora oggi più o meno inaccessibile, è il regista danese Benjamin Christensen (1879-1959).

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Il regista Benjamin Christensen nei panni del Diavolo

I suoi primi due film, The Mysterious X (1913) e Night of Revenge (1915), sono considerati tra i lavori più innovativi del loro tempo, tra la filmongrafia del regista danese, Häxan, la stregoneria attraverso i secoli (1922) resta certamente il film più noto ed importante della sua carriera, un film in grado di attraversare le epoche e sopravvivere fino ad arrivare ad oggi. L’idea, basata su un’ampia ricerca sulla stregoneria nella cultura occidentale, nasce dalle riflessioni del regista dopo lo studio del Malleus Maleficarum, il manuale per combattere la stregoneria dei frati tedeschi Jacob Sprenger e Heinric Kramer acquistato casualmente presso una piccola libreria di Berlino.

“la stregoneria deriva dalla lussuria della carne, che nelle donne è insaziabile”

Il regista, in particolare, rimase colpito dal fatto che le streghe, considerate donne pericolose, oggetto di morbose attrazioni sessuali, capaci di causare panico, incubi e disgrazie non avevano praticamente scampo: durante l’era della caccia era pericoloso essere vecchia, brutta o ritenuta in qualche modo cattiva ma non era certamente più sicuro essere giovane, bella o pia perché l’odio, l’invidia e la paura non risparmiava nessuno: sempre secondo i frati tedeschi, infatti, le donne a causa della loro debolezza da mas occasionatus (maschio mancato) e a causa del loro intelletto inferiore erano predisposte a cedere alle tentazioni di Satana sempre e comunque senza possibilità di salvezza.

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Totalmente pervaso da un’atmosfera sconcertante e oscura (non a caso Christensen e il suo operatore scelsero di filmare solo alla sera per perfezionare la resa oscurata della pellicola) resta una delle opere davvero più accattivanti ed uniche del suo genere: unendo in sé immagini provenienti da Grimori storici e riprese video di alcune rievocazioni a metà tra lo storico e il fantastico, Häxan può essere classificato come uno dei primi docu-drammi horror del suo tempo.

Le scene che compongono il documentario, molte delle quali presentano nudità e contenuti blasfemi, hanno il potere di inquietare ancora oggi riuscendo allo stesso tempo a mettere in luce i pregiudizi culturali dimostrando come le false accuse usate per condannare gli accusati possono esplodere e colpire chiunque.

Il film è composto da 4 sezioni caratterizzate da approcci e stili diversi che, scolpendo lo spazio attraverso un sapiente gioco di contrasto tra luce e oscurità che caratterizzano la sua produzione,  riescono a trasmettere sullo schermo non solo l’atmosfera delle sue visioni ma anche il carattere mesmerizzante: infatti, utilizzando accanto a temi fantastici un naturalismo molto lontano dalla recitazione esagerata spesso associata alla pellicola silenziosa è riuscito a conferire ai suoi film un taglio estremamente incantatore e contemporaneo.

La prima parte illustra le motivazioni secondo le quali le streghe andavano eliminate non solo per dovere religioso, ma proprio per garantire il bene dell’umanità intera. Creando una stupefacente tableau vivant che mette in scena la credenza medievale secondo la quale la terra si trovava al centro di una serie di sfere celesti con Dio e i suoi cori di angeli, analizza dettagliatamente, in modo quasi accademico, diverse cosmologie, sculture di legno, foto ed illustrazioni di culture dell’antichità, guidando lo spettatore attraverso il processo che ha portato a concepire le streghe come cospiratrici di Satana intente a distruggere l’ordine naturale dell’universo.

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La seconda parte è composta da una serie di clip o “vignette” (scene di impressioni brevi) di persone stregate dal diavolo in persona o da lozioni e pozioni create dalle streghe.

La terza sezione si concentra sulla famiglia di un uomo morente e di come una vecchia donna del luogo viene accusata di essere la strega che ha lanciato un incantesimo su di lui.

L’ultima sezione del film presenta l’ipotesi che molti dei fatti comunemente identificati come prove di collusione con Satana, come isteria, cleptomania, sonnambulismo, ecc. sarebbero oggi riconosciuti come sintomi di malattie mentali.  In un tono ironico, Christensen ci ricorda che l’arco cronologico all’interno del quale si svolge quella che noi, minimizzando, chiamiamo “caccia alle streghe” non è il Medioevo, bensì l’epoca Moderna: per la precisione, il periodo della caccia alle streghe vera e propria è racchiuso in quei trecento anni che vanno dalla metà del ‘400 fino alla metà del ‘700, suggerendo che, con il prevalere del pensiero scientifico e l’interpretazione clinica dei sintomi, il XX secolo trasforma la vittima da amante del demonio in una povera malata da rinchiudere, senza tra l’altro esprime alcun giudizio verso gli inquisitori e i moralisti di ogni genere che avevano dedicato la loro vita a trovarle, condannarle e torturarle.

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Il regista stesso ha definito questo lavoro come “una conferenza di storia culturale attraverso l’uso di immagini in movimento” dichiarando che l’obiettivo “non è stato solo quello di descrivere i processi alle streghe come semplici eventi esterni ma di gettare luce sulle cause psicologiche di queste persecuzioni dimostrando le loro connessioni con alcune anomalie della psiche umana che sono esistite in tutta la storia e ancora oggi esistono“. E proprio per questo motivo, Häxan, ha saputo trovare sempre nuovi spettatori e ad ogni generazione ha saputo prendere e dare qualcosa di diverso in grado di rinnovarsi come la musica che da sempre lo accompagna: quando fu pubblicato per la prima volta nel 1922, fu affiancato dalla grandezza delle orchestre dal vivo. Nel 1968 fu rielaborato e proiettato con una colonna sonora di jazz avanguardistico con Jean-Luc Ponty pensata per essere il sottofondo più adatto alla voce narrante di William Burroughs e da allora sono state scritte e realizzate innumerevoli colonne sonore che spaziano da quelle composte da suonatori di dulcimer fino ad arrivare al post punk.

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