Rothko Chapel | Mark Rothko
TAR, Cap. II
Location: Menil Park, Houston (TX), USA
Artista: Mark Rothko (struttura: Philip Johnson)
TAR: Architettura/Pittura
Stile architettonico/artistico: New Formalist/ Espressionismo astratto
Opere: 14 tele; tre trittici e 5 tele singole
Anno: 1971
Valore stimato: A Eric Parker viene detto che non è in vendita
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Perché Eric Packer, il giovane magnate ossessionato dalla prostata e dalle limousine del Cosmopolis di Don De Lillo, vuole acquistare per sé la Cappella Rothko?
Cosa può interessargli di un edificio a pianta grossolanamente ottagonale, commissionato dai filantropi John and Dominique de Menil, come regalo per la città di Houston e per il mondo intero? Un luogo magico, di meditazione e contemplazione. La struttura dell’architetto Philip Johnson venne poi decorata all’interno con quattordici pale di grandi dimensioni dal pittore Mark Rothko, tutte con tonalità molto scure, a trame incluse e con pochi colori, che non risaltano sui muri altrettanto scuri ed illuminati solo dal lucernario centrale.
Si tratta di un luogo che spinge alla meditazione. Una profonda religiosità sembra infondersi dai muri, senza alcuna religione alla base. Una sorta di tempio pan-ecumenico, per tutti e dedicato a tutti, in cui l’osservatore è al centro, non spettatore ma partecipante di una colossale opera d’arte. Le pareti, come specchi opachi, rimandano l’attenzione verso l’interno, verso chi osserva. Tutta la pittura di Rothko tende a questo approfondimento personale ed introspettivo, ad un’intima sacralità, come espressione di trascendenza verso l’Assoluto. Nel suo mondo a campiture di colori, non esistono confini netti fra i colori e, nella Cappella, neppure fra le pale. Il messaggio non è di un universo ben ordinato e diviso fra concetti distinte fra loro; al contrario, esiste sempre un confine labile in cui il colore della campitura si mischia con quello dello sfondo senza perdere la propria identità. È lo spettatore che deve creare il proprio universo visivo: il pittore non deve permettersi di dire allo spettatore cosa vedere, in nessuna forma di arte (questa paura nasce dal periodo storico in cui il pittore era cresciuto e vissuto).
Eric Packer cerca forse questa trascendenza, questo misticismo. La sua ascesa nella borsa americana ha molti aspetti messianici e quasi miracolosi. Lui stesso tende ad un infinito che sa perfettamente che non potrà mai raggiungere, anche perché si basa su un equilibrio sempre più precario, quello dell’altalenante Mercato Mondiale. È questa la religione di cui Packer è allo stesso tempo seguace e ministro. Dentro di sé, però, questa religione non basta e la sua continua ricerca di altro, di superare se stesso ed i propri mezzi, è proprio il sintomo di una trascendenza.
Solo una paura attanaglia il cuore di Rothko, che il nero possa un giorno inghiottire il rosso. All’interno della Cappella, allo spettatore è chiesto di dismettere la sua veste passiva e di diventare parte dell’Opera, cercando nella stessa, ma soprattutto dentro di sé, il Rosso che possa permettere, ancora, al mondo di sopravvivere.