I film più attesi del 2017

I film più attesi del 2017

GROSSI (e ingombranti) film in arrivo

Dopo aver letto le ventordici liste pubblicate su tutti i giornali cartacei e online, in tutte le lingue e di tutti i colori, NON VEDEVO L’ORA di scrivere anche la mia lista per SALT. Non vedete come fremo? Ok, è andata così: il Capo mi ha chiamato, risvegliandomi dal letargo invernale, e mi ha obbligato a scrivere, pena la decurtazione dello stipendio (che la metà di zero, si sa…). E quindi eccoci qui a buttare gollate di hype nel nostro gargarozzo. Non sarà una lista facile.

Disclaimer: non maltratterò nessun supereroe Marvel, né DC; non mi occuperò di sequel del Pianeta delle Scimmie o di Fast and Furious (daje Toretto); nessun live action Disney troverà posto qua sotto; no, neppure l’ennesima trasposizione di King Arthur. Andate altrove. Fuori! Afuera!

 

I film che OMMIODDIO

Togliamoci subito di dosso i fardelli più pesanti e complicati, cioè quelli che aspettano tutti con ansia perché il regista va di moda o l’investimento pubblicitario è stato mastondontico.

1- Silence, di Martin Scorsese: non amo Scorsese. Diciamo che l’ultimo film girato da lui che mi ha completamente soddisfatto risale agli anni ’90. Quantomeno, però, per questo film si libera della sua zavorra preferita: Leonardo Di Caprio, che salvo sorprese (tipo che salta fuori da un vaso o da dietro una palma), non dovrebbe comparire in Silence, gestito invece da Liam Neeson (che tanto vi troverà). La storia racconta di due preti gesuiti portoghesi, andati in Giappone per cercare un altro prete. A tratti ricorda The Mission, ad una prima occhiata, ma questo potrebbe non essere un male. Sono curioso di vedere il dramma storico (la sua lentezza, i suoi silenzi, appunto) in chiave 2017.

2- Dunkirk, di Christopher Nolan: tenetevi stretti mutande e reggiseni, Nolan è tornato. E affronta per la prima volta il dramma di guerra. Nolan tende a lasciarmi sempre tiepido, incapace di condividere l’esaltazione febbrile della masse, ma sicuramente merita di essere visto. Narra le tragiche vicende della battaglia di Dunkirk, agli inizi degli anni ’40. Sebbene il trailer strizzi un po’ troppo l’occhio a Salvate il Soldato Ryan, la presenza di quel cagnaccio di Tom Hardy lo rende invitante. Ma nel cast figura anche Harry Styles degli One Direction. Speriamo che le bombe siano intelligenti.

3- La La Land, di Damien Chazelle: un musical con Ryan Goslin e Emma Stone è già un successo assicurato. I bookmaker gli vedono già in tasca una mezza dozzina di Oscar e, per i baffi di Groucho Marx, solo ad immaginare l’IDEA di un musical con Goslin mi viene l’orticaria. Sebbene la storia seguirà la solita direzione della commedia americana (incontro-tutto bene-uno dei due svacca-riconciliazione), in mezzo a piroette e luci al neon, la regia è affidata al regista di Whiplash, che dà una discreta sicurezza sulla qualità e sull’interesse musicale. Da vedere sotto stupefacenti.

 

Salvate il Soldato Nolan!
Salvate il Soldato Nolan!
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I film che davvero non vedo l’ora di vedere

Qui si parla di cose serie, finalmente.

4- Arrival, di Denis Villeneuve: uno dei registi più bravi del panorama odierno con un script d’eccezione, prestati alla fantascienza più profonda e pura. Lo sbarco degli alieni dal punto di vista di una linguista, che si trova a dover affrontare il problema di una lingua cresciuta su presupposti completamente diversi dai nostri. L’ultimo confine dell’uomo misura delle cose. A queste idee, già di per sé ottime, si aggiunge la regia visivamente stupenda di un regista mai troppo apprezzato (recuperate Sicario, passato quasi in sordina in italia). Conto i giorni.
Non è finita: in autunno uscirà Blade Runner: 2049, sempre diretto da Villeneuve. Tremo di paura, ma al contempo di aspettative.

5- T2: Trainspotting, di Danny Boyle: ok, negli ultimi anni Boyle non ha raggiunto i risultati del passato; e cavalcare il successo di Trainspotting è sbagliato. Ma il cast è lo stesso, invecchiato, e finalmente scopriremo se Renton e soci hanno scelto una vita, una carriera, un fottuta televisione. T2 è uno di quei film che mette addosso ansia, perché potrebbe essere clamoroso oppure affossare qualcosa che nel passato della mia generazione ha rappresentato un punto fermo. Dubbioso.

6- The Beguiled, di Sofia Coppola: cioè un western diretto da Sofia Coppola. Già questo mi fa drizzare le orecchie e fremere dall’attesa. I western non hanno vita facile, ultimamente, ma la presenza della Coppola dona all’attesa un allure tutta particolare. La storia (è il remake di un vecchio film con Clint Eastwood) racconta di un soldato che finisce in una scuola per donne. Stuzzicante, no?

7- Lego Batman – Il film, di Chris McKay: the Lego Movie è stato un film rivoluzionario per l’animazione, spassoso fino alle lacrime e intelligente. Sarà molto difficile replicare il successo: Batman Lego è un personaggio molto riuscito, che coniuga humor con parodia dei film di supereroi, ma non so se da solo riuscirà a reggere un intero film. Ugualmente merita una deviazione. Rigorosamente in lingua originale. Everything is awesome!!

 

Test di Turing
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Altri film in ordine sparso

8- The Great Wall, di Zhāng Yìmóu: nutro profonda stima per il regista di Lanterne Rosse e Hero, nonché per la mente dietro gli spettacoli per le Olimpiadi di Beijing, ma non sarà facile giustificare perché un esercito di mostri assedi la Cina, tanto da costringerla a costruire la grande muraglia. Non sarà facile neppure giustificare la presenza di Matt “patatone” Damon in Cina. A combattere. Coi cinesi. Contro i mostri. Ridacci la Foresta dei Pugnali Volanti!

9- Ghost in the Shell, di Rupert Sanders: adattamento di un manga (e di un videogioco) epocale, capace di segnare l’immaginario al pari di Akira o Evangelion. Dal trailer sembrerebbe molto aderente all’anime e visivamente appagante. E Scarlett Johansson non guasta.

10- Alien: Covenant, di Ridley Scott: seguito del mediocre Prometheus, segna il ritorno degli Xenomorfi. Difficile, per ora, capire se il regista ha voluto tornare alle origini (“escono dalle fottute pareti!”) oppure seguire il filone narrativo (peraltro molto interessante e promettente) di Prometheus. C’è (almeno la testa di) Micheal Fassbender. Nella sala cinematografica nessuno può sentirvi urlare.

Perplessità nipponica
Perplessità nipponica

Menzione speciale:

Kong: Skull Island, di Jordan Vogt-Roberts: dopo l’imbarazzante prova di Peter Jackson, torna il gorillone che terrorizza New York (stavolta a casa sua – perché gli americani li aiutano a casa loro!). Niente di interessante, direte voi, miei amici hipster? Aspettate: fa parte di un universo espanso con altri “colossi” e nei prossimi anni lo vedremo lottare testa a testa con il Godzilla di Gareth Edwards, raggio al plasma e tutto. King Kong. Contro. Godzilla.

IT, di Andrés Muschietti: ho il terrore dei pagliacci. Fine.

Power Rangers, di Dean Israelite: perché siete cresciuti negli anni novanta, vi travestivate da loro a carnevale e andrete a vedere anche questo ventordicesimo adattamento. Che dai primi trailer sembra discretamente dark. Che sia la volta buona? (Non credo)

La Torre Nera, di Nikolaj Arcel: una delle saghe più importanti di Stephen King, finalmente sul grande schermo, con Idris Elba e Matthew McConaughey. È un western multidimesionale fantascientifico e fantasy. E tutto ciò che King tocca diventa ora.

 

Ultimo, ma non ultimo: mica ve lo devo dire, vero? ESCE STAR WARS EPISODIO VIII a dicembre!

 

Bonus track

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2 COMMENTS

  1. […] Candidato agli Oscar 2017, Pearl di Patrick Osborne è il primo cortometraggio (potremmo dire film, in generale) realizzato in realtà virtuale ad ottenere riconoscimenti di questo calibro. Si tratta della storia della crescita, anagrafica ed emotiva, di un rapporto padre-figlia, vista dalla prospettiva in prima persona del passeggero della macchina in cui le vicende hanno luogo. La musica country e la vecchia macchina non sono solo cornici, ma si fanno esse stesse narratrici della vicenda, colonne portanti di una storia senza parole, ma densa di sentimenti. Le stagioni della vita, con le loro problematiche, si susseguono come le stagioni dell’anno ed il corso del giorno. A momenti diurni, infatti, si sostituiscono sempre di più scene notturne o crepuscolari. […]

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