Pinocchio, rivoluzione e libertà

Pinocchio è un burattino, gli rimangono quattro soldi nelle tasche. Il gatto e la volpe lo convincono a seppellire le monete nel campo dei miracoli, solo così potrà far crescere un albero carico di monete. Che si fidi Pinocchio, è in mani esperte. Non si lasci distrarre da impeti giovanili, che si lasci guidare. Otterrà un facile guadagno! E intanto, appollaiato sul ramo, il pappagallo ride.

Pinocchio è cresciuto, ora va al liceo. Lunedì la professoressa di italiano comincia la lezione sui Promessi Sposi. La professoressa è giovane, conosce i desideri dei ragazzi e sa come va il mondo di oggi. Per questo suggerisce ai ragazzi di scegliere degli scenari del libro (il castello dell’Innominato, il monastero della Monaca di Monza, etc), e provare a realizzarli in ambito digitale. La scuola non può rimanere indietro: “conoscere i Promessi Sposi non serve più al giorno d’oggi, mentre saper programmare è una competenza molto più utile e spendibile nel mondo del lavoro”.

La rivoluzione anarchica di Pinocchio ha 3 direzioni:

  • I problemi difficili non hanno soluzioni facili, ma si risolvono con le persone
    In Pinocchio nessuno ha la ricetta. I consigli della fata e del grillo sono pedagogia da quattro soldi. Valgono tanto quanto i consigli del gatto e della volpe. E’ l’amicizia della fata e del grillo che fa la differenza. E’ per questo che una lezione con un insegnante non sarà mai sostituita da nessun programma o robot finchè esisterà l’uomo.

 

  • Le persone migliori sono quelle cresciute facendo cose inutili, sbagliando spesso strada
    Viviamo l’epoca dell’utile, dove tutto deve essere investimento, fin da bambini. Oggi i cartoni animati insegnano a fare le operazioni. Non ci rendiamo conto di quanto perdiamo così. I cartoni animati dovrebbero insegnare che “Dal passato puoi scappare… oppure imparare qualcosa”, mica a far le operazioni. Così diventiamo delle macchine. Così certamente l’intelligenza artificiale, che nascerà da qui a pochi anni, sarà migliore di noi. Qualche frase catturata dal prof durante un’ora noiosa di Promessi Sposi al liceo potrebbe rivoluzionarci la vita, renderla migliore per sempre. Un’ora di latino lingua morta vale di più di un’ora di programmazione, proprio perché è inutile, non serve.

 

  • Si ragiona bene se si ragiona come bambini
    Collodi scrive Pinocchio con linguaggio toscano popolare per bambini.
    In un’intervista del 1978 Malerba dichiarava:
    I bambini sono fondamentalmente degli anarchici, e con loro puoi comunicare attraverso il nonsense che è appunto un esempio di anarchia totale…Poi, se vuoi dar loro uno strumento logico in più, puoi servirti del paradosso, che è un ottimo esercizio contro la noia delle idee prefabbricate, dalle quali siamo assediati e dalle quali dobbiamo difenderci.
    Abituiamoci a raccontare storie, inventare personaggi. I messaggi più potenti li si trasmette a immagini, a parabole. Facciamo versi in rima. Facciamo versi da animale. Ululiamo alla luna. Cantiamo Modugno.

 

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Lo scorso Gennaio ho intitolato l’anno alla Rivoluzione, sentivo la vita passare da un imbuto, la vita adulta, il lavoro, la casa, la famiglia. Il vortice della necessità che tutti attira e tutti risucchia. Necessità non più combattuta in un supremo sforzo di liberazione o accettata con pia rassegnazione, ma al contrario devotamente venerata come la grande forza onnipresente che senza dubbio “costringerà gli uomini ad essere liberi” (Hannah Harendt, “Sulla Rivoluzione”, 1963).

Oggi mi accorgo che forse allora sentivo bisogno di Liberazione, non di Libertà.
Tutte queste libertà, a cui possiamo aggiungere la nostra personale esigenza di essere liberi dal bisogno e dalla paura, sono essenzialmente negative: sono il risultato di una liberazione ma non sono in nessun modo il vero contenuto della libertà. La difficoltà, a questo punto, è che la Rivoluzione ha sempre mirato tanto alla liberazione quanto alla libertà. E poiché la liberazione, i cui frutti sono assenza di costrizione e possesso della “facoltà di movimento”, è effettivamente presupposto della libertà, è spesso assai difficile dire dove termini il semplice desiderio di liberazione, di essere liberi dall’oppressione, e cominci il desiderio di libertà.” (Hannah Harendt, “Sulla Rivoluzione”, 1963).

Liberazione nasce dall’Inquietudine, Libertà nasce dalla Pace. Per questo intitolerò l’anno prossimo alla Pace. Al mettere la bellezza delle cose inutili prima dei grandi obiettivi, del cosa voglio fare. Al parlare come un bambino, all’entusiasmo immotivato di un bambino, alla gratitudine del bambino, alla consapevolezza serena del bambino di avere sempre bisogno.

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Pinocchio
Carlo Collodi, 1881

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