10 album da regalare a Natale per sembrare fighi
Ve la facciamo breve, ché vi vediamo già lì a scalpicciare, con il piede fuori dall’ufficio-studio-università, diretti verso l’aeroporto-stazione-calesse per andare a farvi una settimana di vacanza con il maglione con tanto di renna di tre taglie più grande (il maglione, e di conseguenza anche la renna) per nascondere la lasagna di nonna che staziona nello stomaco e che aspetta solo di annegare nell’amaro al bar.
Cin.
La Capo ci ha detto “dovete scegliere 10 vinili da consigliare come regalo di Natale, ma fighi”: alcuni hanno pianto, altri come al solito sul pezzo, e Bargiani è scappato in Messico, si fa chiamare El Barjo, gira con un carrello della spesa e vende sciroppo per la tosse (che non è davvero sciroppo per la tosse).
Ah, la magia del Natale.
Alla fine ci siamo dati un contegno, e abbiamo fatto il nostro dovere di piccoli elfi di Santa Capo.
Dieci rega-vinili da consegnare con il cuore in mano ai vostri pezzi di cuore all around the world: madri, padri, zie del Perù che vedete solo ogni due lustri, sorelle, fratelli, cani, tipo/a con cui intrattenete solo della sana attività fisica, ma un regalino per premiarlo per l’ottimo lavoro svolto è cortesia e la mamma vi ha fatti gentili ed educati; tipo/a che non dovrebbe ricevere niente ma siete dei fiorellini – e un tantinello sottoni, e Natale si sa, è sempre una buona scusa.
Prendete e (ab)usatene tutti: innamoratevi, ubriacatevi, divertitevi e sorridete tanto.
- Leonard Cohen | Songs of Leonard Cohen
Alla nostalgia in forma di poesia Leonard Cohen ha dedicato Songs, con tutta la dolcezza dell’abbandono e della distanza percepita come una barriera insuperabile tra una cullante introspezione e il mondo esterno. 8 tracce insuperabili nella trasmissione di tutto quel qualcosa di tiepido e semplice che il tempo speso male, lo spazio buttato, gli impegni, la fretta e le lunghe distanze hanno impedito di comunicare.
Un vinile importante per far capire a una persona quanto conta quando il momento giusto è già volato, rimediando al fatto che non siamo tutti infallibili e velocisti.
- Led Zeppelin | Mothership
Consigliamo la versione remastered, con le grafiche di Shepard Fairey. La combo Led Zeppelin + Shepard Fairey (Obey) è un regalo per le orecchie e per gli occhi.
- Elvis Presley | Elvis’ Christmas Album
Natale è per definizione il periodo dell’anno in cui veniamo sommersi da operazioni commerciali aventi ad oggetto l’oggetto del Natale e un soggetto casuale che rivisita i grandi classici delle festività. Non voglio fare il reazionario, del tipo quando c’era lvi, però dio d’un porco, se nel ’57 una roba del genere la faceva Elvis e nel 2016 la fa Laura Pausini, diocanaglia, eh.
La puntina scende sul 33 giri e Babbo Natale di colpo diventa uno schianto di donnina in autoreggenti che ti ondeggia i fianchi a un centimetro dal bulbo oculare.
Sexy Christmas, bitcchhh.
- Buena Vista Social Club | Buena Vista Social Club
Una fusione di voci e strumenti all’insegna del più rovente Cuban Jazz, perfetto per l’invito al viaggio (vedi Baudelaire e vedi Battiato) da dedicare alla persona con cui vorresti andare alla scoperta di un paradiso che -per come lo conosciamo- presto sarà perduto.
- Cosmo | L’Ultima Festa
L’italianissimo sottobosco indie negli ultimi anni ci ha regalato delle perle inenarrabili, ma è Marco Jacopo Bianchi – in arte Cosmo – che più di tutti ha fatto breccia nei nostri cuori. L’ultima festa è un disco da regalare a chi lo saprà ascoltare d’un fiato, in tutti i suoi 34 minuti, come fossero un’unica traccia fortissima, una carica di energia vitale da cantare a squarciagola fino a Un Lunedì di festa, fino ad assaporare il retrogusto amaro di Regata 70.
Uno dei migliori dischi italiani del 2016.
- Radiohead | I Might Be Wrong, Live Recordings
Poche parole per motivare questo consiglio: perché True Love Waits, e forse a Natale arriva.
- Ben e Ellen Harper | Childhood Home
Natale è per definizione il periodo dell’anno del ritorno agli affetti più cari, che siano stati lontani o vicini. È il momento di rannicchiarsi nei silenzi e nei sorrisi che ci si può permettere solo con chi ci è veramente caro. Questo bellissimo album famigliare racchiude perfettamente l’essenza di questo caldo abbraccio degli affetti. Un album semplice, che rapisce in un sentimento di dolce nostalgia per il presente e che risulta sempre sincero, scadendo mai nel patetico. Ed era la cosa più difficile in assoluto da restituire all’ascolto forse per un disco del genere.
Bello come lo sono le cose belle.
- Murubutu | L’Uomo che Viaggiava nel Vento
Della necessità di ampi spazi e subitanei silenzi (vie di fuga?), Murubutu ha fatto “L’Uomo che Viaggiava nel Vento”, un quarto album di collaborazioni importanti (vedi Rancore), fedele alla linea di un rap assolutamente sperimentale nel suo lirismo. Perché, citando mio fratello, Murubutu è un poeta.
La necessità di scappare da una soffocante provincia padana, il fumo nelle stagnole ma anche l’eredità della Resistenza si esprimono in testi ricchi che sembrano brani di Marquez (La bella creola) che danno ampio margine e sfogo all’immaginazione. Un rap colto e sofisticato e per questo di nicchia, assolutamente di nicchia, proprio come piace a noi.
- Lucio Battisti | Il Mio Canto Libero
Per i bambini che eravamo, per gli adolescenti ai falò che siamo stati, per gli adulti che (forse) siamo oggi, con la sensibilità giusta per capire davvero Battisti.
- Jeff Buckley | Grace
“La Grazia è un mistero, una fulminazione che si comprende solo quando è passata, per la scia luminosa e il vuoto che lascia. È una carità soprannaturale che genera gratitudine e allo stesso tempo è una divinità feroce che divora i suoi beneficiati.
Il maggiore arso di Grazia oggi avrebbe compiuto 50 anni.
Alla Grazia ha dedicato il suo unico disco, e di Grazia è letteralmente bruciato davanti agli occhi di chi ne ha ammirato la fiamma. Era davvero un mistero di Grazia Jeff Buckley nel 1994-95. Chi l’ha visto, chi si è fatto attraversare da quel disco non lo può dimenticare.
Quale che ne sia il soggetto la Grazia ci fa male, perché ci ricorda di quanto manchiamo il bersaglio… però è divina perché ci ricorda che il Bersaglio c’è… che il divino è in noi, e ci fa male il non saperlo servire abbastanza. E Jeff Buckley di quella scintilla di divino è l’unico a cui sono stato contemporaneo, e continua ad essere quello che facendomi male insieme continua a istigare con più forza il tentativo del bene.
La Grazia sia con voi. E con il suo spirito.
Buon non compleanno J.B.
V.”
++ bonus track ++
REGALI PER CHI NON HA UN GIRADISCHI
Idea 1) UN GIRADISCHI! Cazzo, ovvio.
Allora, di giradischi fighi ce ne sono miliardi, ma a noi ci piacciono quelli nelle valigie. Tipo questo qua, avete presente? Sulla qualità dell’audio ci resta qualche piccola perplessità, però sono sufficientemente hipster per farvi risultare stilosi.
Idea 2) Regalo per quelli che “che palle i vinili, io solo Spotify”: cuffie Marshall.
Qualità-prezzo bomba. Audio perfettibile. Estetica insuperabile.
Buon Natale da noi di Sound!