Il viaggio dell’Aquarius, portatrice di Salvezza

Il viaggio dell’Aquarius, portatrice di Salvezza

Un reportage giornalistico

C’è un argomento che ha infiammato le tastiere nell’ultima settimana, proprio mentre arriva l’estate, il bel tempo, ed è facile viaggiare, e scommetto che voi, come me, per esempio state programmando le ferie estive. Non conosco nessuno che in questi giorni non abbia avuto un’opinione sulla vicenda che ha coinvolto la nave Aquarius e il suo carico di 629 vite (oltre a quelle dell’equipaggio), che riguarda un viaggio ben più importante delle nostre ferie.

Eppure scommetto che abbiamo dedicato molto meno tempo allo studio e alla ricerca di informazioni riguardo a questo argomento rispetto che alla ricerca di alberghi e mete turistiche.

A volte, questi approfondimenti, possono essere veicolati anche da fumetti in un genere chiamato Graphic Journalism, venuto alla ribalta in Italia grazie al celebre Kobane Calling, capolavoro di Zerocalcare, ma già presente nel campo dell’informazione grazie a siti come Graphic News. Uno dei maggiori ostacoli del Graphic Journalism è che, in un’epoca in cui le notizie vengono trasmesse in tempo zero grazie alla rete, la produzione di un vero e proprio fumetto necessita di un tempo tecnico imprescindibile che può indebolire l’appeal dell’argomento contenuto.

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Ma qui entra in gioco la propaganda politica italiana attuale che ci bombarda incessantemente sugli stessi temi e, dopo le accuse contro le ONG dell’anno scorso, è tornata alla carica in questo inizio Giugno, come tutti noi sappiamo. A novembre 2017 Marco Rizzo e Lelio Bonaccorso, già noti per aver collaborato in moltissime opere legate al Graphic Journalism, hanno deciso di andare in prima persona a conoscere e documentare le attività delle ONG impegnate nei salvataggi in mare e hanno partecipato ad una missione di tre settimane casualmente proprio sulla nave Aquarius.

Il risultato, pubblicato a Maggio 2018 quindi in soli 5 mesi, è “Salvezza”, edito da Feltrinelli Comics. Il volume racconta fedelmente gli avvenimenti di quelle tre settimane passate a bordo dell’Aquarius, arricchendo la narrazione con interessantissimi approfondimenti riguardo, ad esempio, alle attività delle ONG, alla difficile situazione politica in Libia e ai numeri dell’immigrazione. Il rischio più grande, a mio avviso, era quello di cadere in una narrazione eccessivamente retorica o ricca di pathos, ma gli autori, durante tutto il corso della storia, decidono di lasciar parlare la crudezza dei fatti piuttosto che rendere esplicito un loro giudizio su di essi.

Il risultato è un accurato spaccato del fenomeno migratorio, che non tralascia di trattare anche l’argomento delle condizioni dei migranti prima del viaggio in mare attraverso il Mediterraneo, quindi la traversata del deserto, le drammatiche condizioni dei centri di detenzioni libici e la disumanità dei trafficanti di umani, questioni spesso tralasciate dall’informazione “di massa”. Non mancano neanche accenni alla responsabilità dei paesi cosiddetti “Occidentali” nella creazione delle condizioni scatenanti le migrazioni. Al contrario, gli autori tralasciano completamente qualsiasi giudizio esplicito sulle politiche dei paesi UE, eccetto una citazione inevitabile del “Codice Minniti”, rendendo l’opera piacevolmente libera dalla retorica politica, che avrebbe danneggiato anche la profondità storica degli eventi descritti.

Lo stile adottato per la parte grafica, semi-realistico, aiuta molto, da una parte,m a rendere i personaggi persone vere, come le loro storie, sia, questa sintesi, al contrario li rende tutti un po’ più simili a noi, a persone qualunque. Sfogliando il libro, inoltre, spicca molto la scelta cromatica che alterna tavole molto colorate, le infografiche, e una prevalenza di tavole colorate in scala di grigi, un grigio “freddo” con tinte di azzurro per i flash back e un grigio più “caldo” per il tempo presente, con dettagli in arancione, perché, come viene detto in un passaggio, l’arancione è un colore che trasmette sicurezza e che, in mare, ha sempre simboleggiato il soccorso e la salvezza.

Se prima ho detto che gli autori si astengono dall’esprimere esplicitamente un loro loro giudizio sulle politiche europee non mentivo, ma questo non vuol dire che vi abbiamo rinunciato completamente, magari nascondendo un uccellino che ci spifferasse la triste verità. C’è, infatti, un altro narratore, a cui gli autori affidano gli approfondimenti, un piccolo pettirosso, che si è rifugiato sulla nave Aquarius per scappare da un gabbiano. Al termine della storia, una volta che la nave ha attraccato al porto, nell’indifferenza generale si scopre che il pettirosso è morto perché “Salgono a bordo nei porti..ma vivono poco.. si affaticano, non trovano cibo..”. L’ultimo approfondimento è ancora affidato a lui e al numero impressionante di morti che il Mediterraneo racchiude per concludere, infine, con: “Voi che scusa avete?”.

Titolo: Salvezza

Sceneggiatura: Marco Rizzo

Disegni: Lelio Bonaccorso

Casa Editrice: Feltrinelli Comics

Anno di Pubblicazione: 2018

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